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Monica Bonetto

07-Mar-11

Monica Bonetto

Nasce nel 1963 a Torino, dove si laurea in lettere con una tesi in letteratura teatrale. Si diploma poi all’Istituto Arte Spettacolo diretto da Arnoldo Foà. Svolge stage alla Bottega di Firenze di Vittorio Gassman e corsi di perfezionamento in recitazione e teatro-danza. Studia canto lirico alla Scuola civica di musica di Torino e frequenta un corso di doppiaggio presso la VideoDelta. Insegna per diversi anni italiano, latino e storia nelle scuole superiori. Dal 1988 collabora con il quotidiano La Stampa per il quale è critico teatrale dell’inserto settimanale TorinoSette.
È attrice, marionettista, attrice di teatro d’ombre e attrice-danzatrice. Lavora in varie produzioni alla Rai di Torino, alla Rai di Genova; dal 2006 è attrice della RSI di Lugano. Nel campo del doppiaggio presta la sua voce in numerosi film, telefilm e cartoni animati, prima alla Delta Film di Torino, poi a Milano nelle maggiori case di doppiaggio.
Come autrice di testi, nel 1997 scrive e dirige lo spettacolo di Teatro Ragazzi A merenda dal conte Leone. Nel 2000 scrive con Stefano Dell’Accio e Toni Mazzara lo spettacolo Via Paolo Fabbri 43, tuttora rappresentato. Per il comune di Settimo Torinese scrive Barattoli di memoria, sulla vita quotidiana a Settimo fra le due guerre. Nell’agosto del 2009 al Festival “Il paese dei narratori” in forma di studio, e nel dicembre 2009 al Teatro Garybaldi di Settimo Torinese in forma compiuta, presenta lo spettacolo Gli occhi di Leonilda, di cui è autrice e interprete.

Nomi: Monica Bonetto
Luoghi: torino, firenze, cuneo, canyon vaud, pamparato, val casotto
Temi: doppiaggio, leonilda, fotografia, scrittura, letteratura, testi, voce, storia, baratto, cinema, sottrazione, storia, partigiani. resistenza
Data intervista: estate 2010
Sito ufficiale: pagina wikipedia sull’artista

 

 

Titino Carrara

07-Mar-11

Titino Carrara

Titino Carrara nasce a Ferrara nel 1949). Figlio di Tommaso Carrara ed Argia Laurini appartiene da una famiglia di teatranti, secondo tradizione nomadi da dieci generazioni. Debutta a 10 anni e prosegue la sua attività a seguito del Carro di Tespi della famiglia spostandosi in tutto il nord Italia, fino al 1965, quando i Carrara si fermano a Valdagno (Vicenza). Nel 1978 la critica (Ugo Volli per primo) lo segnala per l’originalità della interpretazione di Arlecchino in “Antiche Farse” al Teatro Verdi di Milano. la sua particolarità risiede nell’utilizzo degli strumenti tecnici provenienti dalle farse del repertorio familiare, di origine ottocentesca, all’interno del contesto del teatro delle maschere. Nasce un successo internazionale che lo porta con la compagnia familiare e come solista ad esibirsi in tutto il mondo.
Dalla metà degli anni Ottanta collabora con Carlo Presotto come autore di numerose opere teatrali per ragazzi.
Nel 2007 inizia con Laura Curino un lavoro teatrale sulla sua biografia, che lo porterà allo spettacolo “Strada Carrara

Nomi: Titino Carrara
Luoghi: Valdagno, Ferrara, Viggiu, Cantello, Arcisate, Brescia
Temi: teatro mobile, carovana, franca rame, commedia dell’arte, personaggi, sottrazione, fora, memoria, attore, compagnie, argante
Data intervista: estate 2010
Sito ufficialesito web dell’artista

 

Antonio Catalano e Roberto Anglisani

30-Ago-09

Antonio Catalano

Antonio Catalano è originario di Potenza, dove è nato nel 1950. Dopo anni di tirocinio nel teatro sperimentale, fonda il centro di ricerca nel campo delle arti denominato “Casa degli Alfieri”, che ha sede nell’omonima casa-teatro a Castagnole Monferrato in provincia di Asti. Nel 1999 elabora con Maurizio Agostinetto un grande progetto d’arte interattivo, Universi sensibili, la cui prima uscita pubblica è l’installazione Armadi sensibili alla Biennale di Venezia. Da allora rinuncia a ogni idea di spettacolo, preferendo al suo posto la ricerca di incontri interattivi con i visitatori-spettatori-attori di ogni età.
Negli anni seguenti vengono create nuove grandi installazioni, Lucciole batticuore, Il popolo dell’autunno, I Padiglioni delle meraviglie, Sagra del meraviglioso mondo di Odisseo, La bibbia dei semplici, Le cappelle dei meravigliati, Il cantico dei semi («Ho piantato un seme ieri sera / È lì per terra come una preghiera»), in collaborazione con importanti istituzioni nazionali e internazionali.
Contemporaneamente porta avanti anche un progetto di “arte civile”, Io sono patrimonio dell’umanità, che proclama patrimonio dell’umanità non solo i beni culturali protetti dall’Unesco, ma tutti i bambini e tutte le persone. Oltre a creare in giro per l’Europa tanti universi sensibili, mondi immaginari fatti di poesia, di festa, di meraviglia, scrive, racconta e canta storie sonore e silenziose, haiku e filastrocche alla maniera di un altro piemontese, Gianni Rodari. Materiale che ha raccolto in diverse pubblicazioni e in un cd prodotto con Matteo Ravizza e altri amici musicisti, dal titolo Serenate per il nuovo mondo. Da alcuni anni suona il bombardino e si è conquistato un posto nella banda comunale di Portacomaro d’Asti.
I suoi lavori suscitano ovunque stupore e voglia di essere coinvolti, forse per via dell’ingenuità che li governa, da cui traspaiono curiosità, misteri, profondità. Egli gioca infatti con tutto ciò che è quotidiano, infantile, apparentemente banale, e lo rivaluta. Negli “universi sensibili” non si trovano risposte ai problemi o certezze immutabili, ma solo tanti interrogativi mescolati con il fascino e le suggestioni di un luogo e di un momento. L’unico requisito per poterli visitare è la capacità di meravigliarsi.$

Roberto Anglisani

Nato a Taranto nel 1955, Roberto Anglisani comincia la sua formazione nel 1977 nella Comuna Baires (gruppo teatrale basato sul rifiuto del teatro borghese, fondato in Argentina nel 1969 e presente a Milano dove gestisce dal 1977 la Scuola europea di teatro, cinema e scrittura) e con essa partecipa ad alcuni festival internazionali. Prosegue la sua formazione partecipando a diversi stage con Jerzy Grotowskj e i suoi attori presso il Centro di Ricerca per il Teatro a Milano. Nel 1980 frequenta la scuola di Raul Manso sempre a Milano. Nel 1985 vince una borsa di studio della Comunità Europea che gli permette di lavorare per alcuni anni con Dominique De Fazio (Actor’s Studio, New York). Frequenta inoltre la scuola di animazione del Piccolo Teatro di Milano. Nel 1989 collabora con Marco Baliani al progetto Storie, che darà origine a varie produzioni nell’ambito del teatro di narrazione. È docente alla Scuola di animazione pedagogica del Comune di Milano e cura la formazione di giovani attori nello Studio Laboratorio dell’Attore di Raul Manso a Milano. Si occupa da vari anni della rivalorizzazione del racconto orale ed è ben noto al pubblico di Arzo fin dalla prima edizione del festival.

Nomi: Antonio Catalano e Roberto Anglisani
Luoghi: potenza, taranto, bergamo, aro, milano giambellino
Temi: Comuna Baire, teatro degli alfieri, teatro povero, rinascimento, curiosità, Bagliani, San Francesco, arte civile,
Data intervista: estate 2009
Sito ufficiale: Antonio Catalano – Roberto Anglisani