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Antonio Catalano e Roberto Anglisani

Antonio Catalano

Antonio Catalano è originario di Potenza, dove è nato nel 1950. Dopo anni di tirocinio nel teatro sperimentale, fonda il centro di ricerca nel campo delle arti denominato “Casa degli Alfieri”, che ha sede nell’omonima casa-teatro a Castagnole Monferrato in provincia di Asti. Nel 1999 elabora con Maurizio Agostinetto un grande progetto d’arte interattivo, Universi sensibili, la cui prima uscita pubblica è l’installazione Armadi sensibili alla Biennale di Venezia. Da allora rinuncia a ogni idea di spettacolo, preferendo al suo posto la ricerca di incontri interattivi con i visitatori-spettatori-attori di ogni età.
Negli anni seguenti vengono create nuove grandi installazioni, Lucciole batticuore, Il popolo dell’autunno, I Padiglioni delle meraviglie, Sagra del meraviglioso mondo di Odisseo, La bibbia dei semplici, Le cappelle dei meravigliati, Il cantico dei semi («Ho piantato un seme ieri sera / È lì per terra come una preghiera»), in collaborazione con importanti istituzioni nazionali e internazionali.
Contemporaneamente porta avanti anche un progetto di “arte civile”, Io sono patrimonio dell’umanità, che proclama patrimonio dell’umanità non solo i beni culturali protetti dall’Unesco, ma tutti i bambini e tutte le persone. Oltre a creare in giro per l’Europa tanti universi sensibili, mondi immaginari fatti di poesia, di festa, di meraviglia, scrive, racconta e canta storie sonore e silenziose, haiku e filastrocche alla maniera di un altro piemontese, Gianni Rodari. Materiale che ha raccolto in diverse pubblicazioni e in un cd prodotto con Matteo Ravizza e altri amici musicisti, dal titolo Serenate per il nuovo mondo. Da alcuni anni suona il bombardino e si è conquistato un posto nella banda comunale di Portacomaro d’Asti.
I suoi lavori suscitano ovunque stupore e voglia di essere coinvolti, forse per via dell’ingenuità che li governa, da cui traspaiono curiosità, misteri, profondità. Egli gioca infatti con tutto ciò che è quotidiano, infantile, apparentemente banale, e lo rivaluta. Negli “universi sensibili” non si trovano risposte ai problemi o certezze immutabili, ma solo tanti interrogativi mescolati con il fascino e le suggestioni di un luogo e di un momento. L’unico requisito per poterli visitare è la capacità di meravigliarsi.$

Roberto Anglisani

Nato a Taranto nel 1955, Roberto Anglisani comincia la sua formazione nel 1977 nella Comuna Baires (gruppo teatrale basato sul rifiuto del teatro borghese, fondato in Argentina nel 1969 e presente a Milano dove gestisce dal 1977 la Scuola europea di teatro, cinema e scrittura) e con essa partecipa ad alcuni festival internazionali. Prosegue la sua formazione partecipando a diversi stage con Jerzy Grotowskj e i suoi attori presso il Centro di Ricerca per il Teatro a Milano. Nel 1980 frequenta la scuola di Raul Manso sempre a Milano. Nel 1985 vince una borsa di studio della Comunità Europea che gli permette di lavorare per alcuni anni con Dominique De Fazio (Actor’s Studio, New York). Frequenta inoltre la scuola di animazione del Piccolo Teatro di Milano. Nel 1989 collabora con Marco Baliani al progetto Storie, che darà origine a varie produzioni nell’ambito del teatro di narrazione. È docente alla Scuola di animazione pedagogica del Comune di Milano e cura la formazione di giovani attori nello Studio Laboratorio dell’Attore di Raul Manso a Milano. Si occupa da vari anni della rivalorizzazione del racconto orale ed è ben noto al pubblico di Arzo fin dalla prima edizione del festival.

Nomi: Antonio Catalano e Roberto Anglisani
Luoghi: potenza, taranto, bergamo, aro, milano giambellino
Temi: Comuna Baire, teatro degli alfieri, teatro povero, rinascimento, curiosità, Bagliani, San Francesco, arte civile,
Data intervista: estate 2009
Sito ufficiale: Antonio Catalano – Roberto Anglisani